Gio 14 Settembre 2017

Nel Black Jack il calcolo ha vinto al gioco

Nel 1962 un certo Edward Oakley Thorpe (nato a Chicago il 14 agosto 1932), professione di Matematica all’Università del New Mexico pubblicò il libro “Beat the dealer” in cui venivano esposte alcune strategie di gioco in grado di assicurare un vantaggio matematico al giocatore.

Rifacendosi ad uno studio dei matematici Baldwin, Maisel e McDermott pubblicato nell’anno 1956 sul “Journal of the American Statistical Association”, il Prof. Thorpe propose in un articolo pubblicato sull’organo ufficiale della Società di Matematica di Washinghton nel dicembre 1960, un metodo di gioco basato sul “conteggio dei 5” che assicurava un vantaggio matematico al giocatore.

Da allora altri sistemi, grazie anche all’avvento dei calcolatori elettronici, sono stati messi a punto, alcuni anche più efficaci del metodo illustrato da Thorpe nel suo libro.

Ma come è possibile che un gioco di azzardo praticato in un casinò risulti alla lunga vincente per il giocatore?

Beat the DealerPer poter rispondere a questa domanda occorre riflettere sul fatto che nel black jack le probabilità di ogni mano non sono fisse ed immutabili come avviene in altri giochi come ad esempio la roulette, ma variano continuamente.

Nella roulette ad esempio ogni colpo è indipendente da quelli che lo hanno preceduto e da quelli che lo seguiranno e quindi un numero avrà sempre 1 probabilità su 37 di uscire. Questo non succede nel Black Jack perchè le carte uscite non vengono rimesse nel mazzo e conseguentemente vengono via via modificate le probabilità di poter ottenere un punto oppure un altro.

Il giocatore che utilizzerà un sistema di conteggio di carte potrà sapere probabilisticamente se ad un certo punto il mazzo sarà a lui favorevole o meno e di conseguenza variare le sue puntate, aumentandole quando si troverà ad avere un mazzo favorevole e viceversa puntare il minimo quando il mazzo sarà per lui sfavorevole.

Nel suo libro E.O. Thorpe cita un caso limite di vincita sicura al 100% ma molto significativo:

“.. Supponiamo che stiate giocando con il banco testa a testa, ossia che siate l’unico giocatore al tavolo. Supponiamo che abbiate preso nota delle carte uscite e che voi sappiate quali sono ancora le carte da giocare che saranno distribuite nella prossima mano, e precisamente: due 7 e quattro 8.
In questa situazione quanto dovete puntare?
La risposta è: Puntare il massimo possibile e restare perchè vincerete sempre.
Il croupier infatti troverà o due 7 (7,7) oppure un 7 ed un 8 (7,8), oppure due 8 (8,8). Siccome il suo totale è inferiore a 17 egli dovrà tirare. Se ha due 7 non trovando altri 7 troverà un 8 e sballerà, stessa cosa se aveva un 7 ed un 8 oppure due 8.”

Questo citato è ovviamente un caso limite in cui le probabilità di vincita sono del 100% ma le situazioni di sensibile vantaggio per il giocatore non sono rarissime e possono adeguatamente essere sfruttate. In che modo? Con il conteggio delle carte puntare di più quando il mazzo è a nostro favore (in gergo si dice “mazzo carico”).

Per poter adottare un sistema di conteggio delle carte è necessaria una buona preparazione psico-fisica e lucidità in quanto tenere sotto controllo le carte uscite ed al contempo non lasciarsi andare a distrazioni non è semplice.