Il tresette è un gioco di carte diffuso in tutta la penisola italiana, al pari di Briscola e Scopa. Si gioca anche oltre i confini nazionali, in particolar modo nelle zone in cui l’influenza italiana è forte e consolidata, come Albania o Croazia. L’origine potrebbe essere spagnola e si hanno tracce di un nome simile in più fonti in archivi romani e napoletani, tra la metà del 1700 e la metà del 1800.
Resta tuttora uno dei giochi più praticati in ogni regione d’Italia, con una concentrazione particolare nelle aree centrali. Il mazzo di carte da utilizzare è quello tradizionale, intendendo con questa denominazione il mazzo delle 40 carte italiane o napoletane, e sono previsti un numero di giocatori variabile, da 2 a 4 al massimo. È possibile utilizzare anche il mazzo di carte francesi, in questa circostanza è però necessario andare a rimuovere alcune carte: tutti i jolly, i 10, i 9 e gli 8. Tradizionalmente, è un gioco di squadra, motivo per cui è più semplice trovare tornei con tavoli da quattro persone piuttosto che da due giocatori.
Il valore delle carte non è nominale ed è importante aver ben presente quello di ciascuna. La carta principale è il Tre, che vince su tutte le altre, mentre il Fante trionfa su sette, sei, cinque e quattro. L’ordine generale, sempre in senso decrescente, è il seguente: Tre, Due, Asso, Re, Cavallo, Fante, Sette, Sei, Cinque, Quattro.
Esiste una variante trentina diffusa principalmente in Trentino-Alto Adige: non ci sono variazioni riguardo al come si gioca e le regole del tresette restano le medesime; tuttavia, il mazzo di carte da utilizzare è quello tedesco e la partita è contemplata solo per due giocatori.
Le regole del gioco sono molto semplici, così come l’attribuzione dei punti a tresette. La partita è suddivisa in più turni di gioco e durante il primo si sceglie, in maniera del tutto casuale, un mazziere tra i quattro partecipanti al torneo: sarà colui incaricato di mischiare e distribuire le carte, un procedimento da svolgere in senso antiorario. L’operazione si conclude nel momento in cui tutti e quattro i giocatori avranno a disposizione 10 carte ciascuno.
Ora è necessario procedere nel gioco decidendo chi inizia per primo. La scelta però non è casuale, come solitamente può accadere in altri giochi di carte e ad iniziare la partita è il giocatore che ha in mano il quattro di denari. Si procede, infine, con gli altri giocatori, sempre in senso antiorario.
Il giocatore che avvia la partita è chiamato alla scelta del seme della mano (chiamato palo), che non potrà essere cambiato nel corso dei turni successivi. Qualora uno dei partecipanti non avesse in mano una carta di quel seme, potrà giocare una carta dal seme diverso (chiamato piombo), solitamente dal basso valore.
La vittoria del turno andrà al partecipante che ha giocato la carta avente il seme più alto corrispondente al palo, vale a dire al seme scelto ad inizio del round di gioco. Una partita è composta da 10 round o mani, la conclusione della sfida si avrà non appena i giocatori avranno terminato le carte nelle proprie mani. Il riconoscimento della vittoria arriva al termine di ogni partita, dopo aver contato i punteggi dei singoli turni e attribuito i relativi punti, un procedimento analogo alle regole degli altri giochi sul nostro sito.
Le regole del 3 sette non sono stringenti per quanto riguarda l’assegnazione della vittoria finale. A tresette non esiste un punteggio da raggiungere prefissato ma viene stabilito in un momento preliminare l’inizio della sfida. In linea generale si utilizza 21 come limite ma talvolta anche 11 o 31. L’Asso vale un punto, ogni carta con una figura ed i Due/Tre valgono 1/3 di punto mentre le altre carte, le cosiddette lisce, non valgono nulla ai fini del conteggio finale.
Durante lo svolgimento del gioco è vietato parlare, anche tra componenti della stessa squadra. Come per la Briscola però, sono presenti gesti che permettono di dare indicazioni fondamentali al compagno di squadra, così da elaborare una strategia vincente.
Il “busso” rientra tra questi gesti: può essere compiuto dal giocatore che avvia il gioco e, rivolto al compagno di squadra, indica la necessitò di mettere sul tavolo la carta dal valore più alto del palo. Al termine del turno, se il giocatore che ha bussato risulta essere quello vincente, allora è necessario che nel nuovo round vada a rigiocare una carta dello stesso seme.
Il “volo” prende invece il nome dal modo in cui il giocatore cala la carta sul tavolo: sta a significare che quella carta è l’ultima di quel seme. Il terzo e ultimo gesto prende il nome di “liscio” ed ha una valenza contraria al volo, di solito si utilizza mettendo sul tavolo un liscio (o scartino) pari a 0 nel conteggio finale.
Tresette in due giocatori non si discosta molto dalla classica versione a quattro partecipanti. In questo caso, le regole restano le stesse per quanto riguarda la distribuzione delle carte, 10 ciascuno. Per scegliere chi inizierà per primo la sfida però non si ricorre alla regola del Quattro di denari ma semplicemente si inizia da colui che non ha distribuito le carte. I turni si susseguono come nella sfida classica, al termine della mano di ogni giocatore si arriva alla distribuzione delle restanti venti carte da gioco. A conclusione delle quaranta carte del mazzo, si contano i rispettivi punteggi finali.
Il tresette in tre, infine, è contemplato la variante prende il nome di “tresette col morto”. Il mazzo da quaranta carte viene suddiviso tra i tre giocatori, una pila formata da 10 carte resta sul tavolo e viene denominata il mazzo del morto, posizionate davanti al posto vuoto del tavolo. Di norma, è colui che si occupa della distribuzione delle carte a giocare con il morto, tuttavia non più una consuetudine che una rigida regola.
Al momento del turno del morto, sarà il compagno di squadra a controllare le carte e scegliere quale giocare. Non è prevista nessuna variazione in merito all’attribuzione dei punteggi finali e le regole del gioco restano perciò invariate.
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